Basilica di Santo Stefano

Edificio religioso, Bologna

Basilica di Santo Stefano


Uno dei luoghi più affascinanti di Bologna, la Basilica di Santo Stefano o Sette Chiese domina l’elegante piazza omonima a pochi passi dalle Due Torri. Dedicato al primo martire cristiano, il complesso fu edificato sull’area in cui in età romana sorgeva un tempio dedicato a Iside.

La costruzione delle Sette Chiese

Com’è facile immaginare, il complesso delle Sette Chiese ha attraversato varie fasi di costruzione. La prima chiesa in ordine cronologico ad essere stata edificata è quella del Santo Sepolcro, che nacque nel V secolo proprio sulle spoglia del tempio romano di Iside, di cui conservò addirittura alcune colonne di marmo cipollino.

Successivamente si passò alla chiesa dei Santi Vitale e Agricola, costruita per volere di Petronio, vescovo e patrono della città, al fine di ospitare le spoglie dei due protomartiri di epoca romana. Vitale era infatti un cittadino romano convertito alla religione cristiana, che insieme al suo schiavo Agricola venne ucciso durante le persecuzioni di Diocleziano.

La chiesa del Crocifisso, che oggi funge da ingresso alla basilica, risale invece all’epoca longobarda.

Gli interni delle Sette Chiese e il legame con Gerusalemme

Il complesso di Santo Stefano è fortemente legato alla Città Santa, tanto da meritare il titolo di Piccola Gerusalemme. Da dove nasce questo legame?

Per rintracciare l’origine della simbologia che si ritrova in tutti gli ambienti della basilica e che riconduce immediatamente ai luoghi della passione di Cristo, occorre risalire all’epoca delle crociate. In quel tempo molti fedeli ambivano a visitare Gerusalemme e i suoi luoghi santi per ottenere l’indulgenza plenaria; tuttavia, per ovvie ragioni economiche e per i pericoli che il viaggio presentava, non tutti potevano recarsi di persona nella Città Santa.

La Chiesa trovò allora una soluzione: ricreare i luoghi più simbolici di Gerusalemme in Italia, vicino ai propri fedeli, e concedere a chi li visitasse l’agognata indulgenza. La Basilica di Santo Stefano a Bologna era una di questi, ed ecco perché è disseminata di simboli che rimandano alla Città Santa. Alcuni esempi sono la cripta della prima chiesa, che richiama l’aula dell’ultima cena, e il presbiterio rialzato, un chiaro rimando all’aula di Pilato.

Ma il simbolo più evidente si trova nella chiesa del Santo Sepolcro, che come suggerisce il nome ospita una riproduzione fedele del sepolcro di Gesù Cristo, e in cui fu seppellito lo stesso Petronio. Infine, in questa chiesa si erge anche una colonna che riporta alla mente la fustigazione di Cristo.

La storia della chiesa dei Santi Vitale e Agricola

La chiesa dedicata ai due protomartiri merita un approfondimento per via della storia incredibile che la vide protagonista. Tutto ebbe inizio nel 1141, quando durante alcuni lavori di restauro dell’edificio venne trovato un cofanetto di legno con all’interno delle reliquie. Sul contenitore campeggiava il nome Simon, e lì per lì al fatto venne data poca importanza.

Quando però alla fine del Trecento iniziò la costruzione della Basilica di San Petronio, e il flusso di pellegrini cominciava gradualmente a spostarsi verso Piazza Maggiore, ai monaci di Santo Stefano venne un’idea: per mantenere viva la fama delle Sette Chiese rispolverarono le antiche reliquie e le attribuirono arbitrariamente a Simon Pietro, il padre della chiesa.

La notizia giunse fino al Papa, che adirato ordinò ai monaci di ritirare questa diceria e ripristinare la verità dei fatti. Di fronte al loro rifiuto, il Papa si vendicò facendo letteralmente riempire di terra la chiesa dei Santi Santi Vitale e Agricola, che così rimase fino a fine Quattrocento.

I due cortili

La visita del complesso delle Sette Chiese termina negli splendidi cortili esterni. Al centro del primo cortile che si incontra uscendo si trova un bacino realizzato in epoca longobarda, che richiama il catino in cui Pilato si lavò le mani, mentre la chiesa situata dalla parte opposta del cortile simboleggia il luogo della crocefissione di Cristo.

Il secondo cortile è invece un chiostro formato da due ordini sovrapposti di colonne. Il chiostro inferiore e il superiore sono collegati al monastero, che ospita ancora oggi i monaci benedettini olivetani. Interessanti infine i capitelli zoomorfi ed antropomorfi che ornano alcune colonne del Chiostro Superiore, e che si narra abbiano ispirato Dante Alighieri in persona per la stesura della Divina Commedia.





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