Torre Prendiparte

Edificio storico, Bologna

Torre Prendiparte


A pochi passi da via Rizzoli si erge una delle torri più alte di Bologna, seconda solo a quella degli Asinelli. È la Torre Prendiparte, 59 metri di altezza per un’antica struttura di origine medievale, risalente al XII secolo, chiamata anche “la coronata” per via della decorazione visibile nella sua parte superiore che ricorda una corona appuntita.

Quella della famiglia guelfa dei Prendiparte è una delle poche torri giunte intatte fino a noi: del centinaio che un tempo popolavano la città oggi ne rimane soltanto una ventina. La Prendiparte è però anche una delle poche torri ancora visitabili: di recente trasformata in un B&B, la proprietà la apre periodicamente al pubblico, che può accedere dunque ai vari piani e anche alla terrazza da cui si gode di una meravigliosa vista sulla città

Costruita in origine a scopo difensivo, la torre ospitò in epoche successive il carcere della vicina curia (dal terzo al quinto piano) e infine un’abitazione privata. I segni del cambio d’uso della struttura sono evidenti al suo interno, dove osservando le mura al quinto piano possiamo notare diverse scritte e graffiti dei prigionieri che vi furono incarcerati. Un esempio piuttosto colorito è quello di Angelo Rizzoli, che sul muro riportò la ragione della sua prigionia, ovver “per avere ingravidato due sorele”.

Quando poi in epoca napoleonica la torre venne sottratta alla curia, i primi tre piani dell’edificio divennero abitazione privata. La porta attuale della struttura non corrisponde però a quella originale, ma venne aggiunta proprio in quell’epoca. Nel medioevo si entrava infatti attraverso la porta superiore, posta circa a metà altezza, raggiungibile tramite scale oppure direttamente dall’interno della residenza dei Prendiparte.

La leggenda della “pietra di luna”

Quello che vediamo ai piedi della torre Prendiparte è un basamento di selenite, una roccia molto diffusa sull’appennino bolognese, detta anche pietra di luna. All’aspetto la selenite si presenta come una pietra luminosa grazie alla sua particolare composizione a cristalli, ma è anche molto porosa e in grado di assorbire bene l’umidità.

Ecco perché la prima cerchia di mura romane di Bologna venne costruita proprio in questo materiale che, pur sgretolandosi facilmente, era in grado di difendere la città dal suo clima umido.

La lucentezza della selenite diede invece origine a una leggenda ambientata in epoca romana. Si narra che, provata da un lungo assedio e attorniata dalle truppe nemiche, Bologna stesse per cedere, quando gli dei accorsero in suo aiuto. Rischiarando la notte con la luna piena, fecero sì che le mura di selenite brillassero con tutta la loro luce; i nemici allora, colti dallo stupore, abbandonarono Bologna per timore di ripercussioni da parte degli dei.





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