Archiginnasio

Edificio storico, Bologna

Archiginnasio


Il Palazzo dell'Archiginnasio venne costruito nel 1563 su progetto dell’architetto bolognese Antonio Morandi detto il Terribilia. Oggi una delle attrazioni più visitate di Bologna, l’Archiginnasio aveva in origine il compito di sancire il controllo papale sulla città, e difatti fu proprio Papa Pio IV a ordinarne la costruzione assieme alla Fontana del Nettuno.

Ma l’edificazione dell’Archiginnasio sembra avesse anche un altro scopo. Non è un caso che si trovi proprio a fianco della Basilica di San Petronio, a cui proprio in quei tempi stava lavorando l’architetto Arduino degli Arriguzzi. Secondo il suo progetto la basilica doveva raggiungere proporzioni superiori a quelle di San Pietro a Roma: si narra allora che il palazzo dell'Archiginnasio fu completato in tempi brevissimi proprio per evitare che il cantiere della basilica venisse portato a termine.

La corte interna

L’Archiginnasio venne da subito adibito a sede unica dell’università bolognese. Nelle sue aule si raccolsero dunque tutte le “facoltà” dell’epoca, che fino ad allora si trovavano disseminate nella città, specialmente all’interno dei complessi monastici.

Ciò che colpisce entrando nel cortile interno dell’edificio sono i numerosissimi stemmi affrescati sulle pareti, che appartenevano alle famiglie degli studenti dell’ateneo bolognese, poste sotto al porticato in memoria del loro periodo di studi. Nel lato opposto all’ingresso, però, tali stemmi scompaiono: questa parte del loggiato venne purtroppo distrutta durante un bombardamento nel 1944, e successivamente ricostruita.

Agli estremi opposti del porticato d’ingresso si aprono poi due grandi scalinate, che conducevano alle due ali del palazzo. La scalinata di destra portava all’ala dedicata ai legisti, coloro che si dedicavano allo studio del diritto, mentre quella di sinistra portava all’ala degli artisti, che all’epoca comprendeva tutte le altre materie.

Una curiosità: proprio qui, nel cortile interno dell’Archiginnasio, fino a qualche secolo fa veniva preparata la teriaca, un medicinale ritenuto miracoloso a base di moltissime piante diverse.

Il Teatro Anatomico e le altre sale al primo piano

Fiore all’occhiello dell’Archiginnasio è sicuramente il Teatro Anatomico. Questa grande sala-anfiteatro è ricoperta di meravigliose decorazioni lignee raffiguranti i medici dell’antichità, come Galeno e Ippocrate. Al suo interno si svolgevano le lezioni di anatomia, proprio sul tavolo di marmo posto ancora oggi al centro dell’aula. Qui il docente eseguiva le autopsie circondato dai suoi assistenti, sotto il controllo di un membro dell’Inquisizione cittadina che osservava le attività didattiche da una finestra nascosta.

Le statue che colpiscono maggiormente l’osservatore sono quelle degli Spellati o Scuoiati, così chiamati perché rappresentano due corpi umani privi di pelle. Realizzate da Ercole Lelli nel 1734, le statue si ergono sulla cattedra del professore, e la loro anatomia è talmente accurata da essere oggetto di studio durante le lezioni.

Gli Spellati sorreggono il trono su cui è seduta l'allegoria dell’Anatomia, affiancata da un putto che la sta omaggiando con un femore.

Oltre al Teatro Anatomico sullo stesso piano si trova anche la Biblioteca dell'Archiginnasio, tutt'oggi funzionante, e la Sala dello Stabat Mater, in origine l’Aula Magna dei legisti, intitolata all’omonimo concerto di Rossini che venne rappresentato per la prima volta in Italia proprio in questa sala.

Nel 1803 la sede dell’università bolognese venne spostata in via Zamboni, dove tuttora risiede. In epoca napoleonica nacque infatti l'esigenza di distaccarsi dai luoghi che simboleggiavano il potere papale, e così l’Archiginnasio assunse progressivamente altri ruoli fino all’assetto attuale.





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