Bologna è sicuramente nota per la sua cucina, e fin qui non ci piove. Ma se pensiamo alla città delle Due Torri, forse i dolci non sono la prima cosa che ci viene in mente. Tortellini, tortelloni, lasagne e balanzoni sono i capisaldi della gastronomia bolognese, ma a ben guardare non sono le sole specialità che potete assaggiare durante una gita in città.

I dolci tipici bolognesi non sono tantissimi, e per questo vale la pena provarli tutti! Uno probabilmente lo conoscete già: è la zuppa inglese, un dolce al cucchiaio che viene servito anche in altre zone dell’Emilia-Romagna, ma che a Bologna è davvero deliziosa. E poi è anche molto bella da vedere con i suoi strati alternati di pan di Spagna imbevuto di alchermes, crema pasticcera e crema al cioccolato.

Andiamo dunque alla scoperta di altri 4 dolci bolognesi tradizionali, forse meno noti ma altrettanto buoni. Quattro dolci dal gusto e consistenza particolari che il foodie che c’è in voi non vedrà l’ora di degustare!

1. La torta di riso

Partiamo con il classico dolce della nonna. Non immaginatevi però una crostata con la crema e i pinoli: la torta di riso è un dessert a base di latte e riso, preparata con  mandorle pelate e tritate, cedro candito e liquore di mandorle amare, tutti ingredienti che le conferiscono un profumo e un sapore davvero inconfondibili.

La torta di riso si presenta dunque come un dolce morbido al taglio, ma comunque consistente per via dei chicchi di riso che rappresentano il suo ingrediente principale. Ogni morso sarà come un’esplosione di sapori in bocca, e non vedrete l’ora di mangiarvene subito un altro pezzo!

Qual è l’origine di questa torta? Per scoprirla dobbiamo tornare alla fine del Seicento quando a Bologna si celebrava la cosiddetta festa degli Addobbi, una tradizione religiosa che cadeva in giugno durante la quale si preparava proprio la torta di riso.

Ma questo dolce tipico ha un’altra particolarità. Se l’avete già ordinata al ristorante vi sarà subito saltata all’occhio la forma della torta, che per tradizione viene tagliata a losanghe (mai a quadretti!).

torta di riso bolognese

2. La pinza bolognese

Se siete amanti dei dolci da credenza ripieni, allora la pinza è quello che fa per voi. Preparata in origine solo in occasione delle feste di Natale, oggi la potete trovare tutto l’anno nelle panetterie bolognesi e anche in qualche pasticceria.

All’aspetto si presenta come un piccolo filone di pane schiacciato, ricoperto di zucchero semolato. Molto semplice dunque, ma è al suo interno che si trova la sorpresa: un cuore morbido di mostarda bolognese, una marmellata dal colore scuro a base di mele e pere cotogne, e arance.

Per prepararla basta stendere l’impasto - a base di farina, zucchero, burro e uova - e ricoprirlo con un generoso strato di mostarda, per poi avvolgerlo su se stesso. Proprio da questa operazione sembra derivare il nome pinza, perché chiudendolo l’impasto sigilla il ripieno come fosse una pinza.

La pinza bolognese non si mangia soltanto a fine pasto accompagnata da un bicchierino di amaro, ma anche per merenda di fronte a una buona tazza di tè o caffè.

3. Il certosino

Come la pinza anche il certosino è un dolce tipicamente natalizio. Stiamo parlando del re dei dessert bolognesi, celebre per il suo sapore deciso, molto particolare e speziato.

Chiamato anche panspeziale, il certosino nasce dall’unione di mandorle, pinoli, frutta candita, farina, miele, cioccolato fondente, cacao, mostarda, e altri ingredienti ancora. Un dolce molto calorico e ricco dunque, perfetto per le fredde giornate invernali.

Ma da dove deriva il nome “certosino”? Come suggerisce il nome stesso, la ricetta è legata all’ordine dei monaci certosini, che la inventarono nel Medioevo e che nel passato erano i soli a prepararlo.

certosino di Bologna

4. Raviole con la mostarda

Infine, le raviole.Tra i dolci tipici bolognesi, le raviole sono quelle che più di tutte si avvicinano ai biscotti. La loro forma è quella di una mezzaluna, che contiene al suo interno un ripieno a base di mostarda bolognese.

L'impasto è molto simile a quello della pinza (e a quello della pasta frolla): si prepara infatti con farina, zucchero, burro e uova, su cui viene sistemato un cucchiaio di mostarda. Una volta cotte, spesso le raviole e poi vengono spennellate con l’alchermes e ricoperte di zucchero semolato.

La loro origine è contadina, e la loro storia è particolare. Le raviole venivano preparate in occasione della festa di San Giuseppe, il 19 marzo, e appese alle siepi per festeggiare l’inizio della primavera e la ripresa del lavoro nei campi.

Il nostro consiglio è quello di consumarle inzuppate nel caffè latte a colazione ma anche nel vino rosso al termine del pasto.

raviole dolci di Bologna