Basilica di San Domenico

Edificio religioso, Bologna

Basilica di San Domenico


Il complesso di San Domenico si affaccia su via Garibaldi, non lontano dagli eleganti negozi del Pavaglione e di Piazza Galvani. In epoca medievale quest’area si trovava all’esterno delle mura delle città, come testimonia il nome della chiesa che sorgeva nel luogo oggi occupato dalla basilica, San Nicolò delle Vigne.

La costruzione di San Domenico ebbe inizio nel 1235, ma l’ordine dei domenicani era presente a Bologna già dal 1218. Pochi anni prima infatti Papa Innocenzo III aveva finalmente approvato la regola domenicana, e fu così che San Domenico inviò Beato Luigi d'Orléans in città con il compito di trovare un terreno per erigere il primo monastero domenicano.

Una volta individuata la collocazione ideale per la futura basilica, i domenicani dovettero trasferirsi temporaneamente nella chiesa di Santa Maria di Mascarella in attesa che i lavori di costruzione volgessero al termine.

La storia della basilica è legata a doppio filo a quella di San Domenico, perché fu proprio a Bologna che il santo morì nel 1221. Fu naturale allora dedicare la nuova basilica al santo fondatore dell’ordine, e donargli una magnifica sepoltura al suo interno.

Gli esterni della basilica che vediamo oggi sono frutto di rifacimenti che ne hanno alterato la forma originale. Dell’antico cimitero che la circondava possiamo ammirare invece una testimonianza nelle due arche rialzate, collocate nella piazza, che ospitano le spoglie di Rolandino de Passeggeri e Egidio Foscherari, protagonisti dello Studio bolognese.

L’Arca di San Domenico e gli interni della basilica

Gli interni della Basilica presentano molti monumenti di interesse a partire dall’Arca di San Domenico, costruita per accogliere le spoglie del Santo. Situata nella cappella più grande della navata destra, l’arca venne riccamente decorata da vari scultori nel corso del tempo, tra cui Niccolò dell'Arca, Alfonso Lombardi e Nicola Pisano. Anche lo stesso Michelangelo partecipò alla realizzazione dell’opera: al grande artista vengono attribuite infatti le figure di San Petronio, San Procolo e dell'angelo che sorregge il cero sulla destra rispetto al corpo centrale.

Anche la Cappella del Rosario, collocata dall’altra parte della chiesa, merita una visita. Voluta dalla famiglia Guidotti, fu infatti affrescata da alcuni dei più importanti pittori del Cinquecento e del Seicento, come Lavinia Fontana, i Carracci, Guido Reni, Michele Colonna e altri ancora. In questa cappella si trova poi la sepoltura dello stesso Guido Reni e della figlia del suo assistente, la pittrice Elisabetta Sirani.

La basilica ospita anche altri tesori. Da non perdere, Lo Sposalizio mistico di Santa Caterina di Filippino Lippi, l’organo suonato da Mozart durante la sua permanenza a Bologna nel 1770 e il coro ligneo intarsiato, realizzato alla metà del XVI secolo su disegno di Fra Damiano da Bergamo. Al suo interno troviamo anche il monumento a Re Enzo, eretto in memoria della morte del celebre monarca bolognese, sopraggiunta dopo ben 23 anni di prigionia in città.

Per quanto riguarda l’architettura interna della chiesa, in origine lo spazio era suddiviso in due parti grazie a un tramezzo, poi abbattuto nel XVII secolo. A quel punto, tuttavia, l’edificio risultava troppo lungo e sproporzionato: a porvi rimedio fu l’architetto Carlo Dotti, che aveva lavorato anche alla Basilica di San Luca. Con l’ausilio di archi ed architravi, Dotti diede agli interni più movimento e riuscì a trovare la giusta soluzione alla lunghezza eccessiva della basilica.

Il monastero oggi

Benché una parte dell’edificio sia diventata nel tempo proprietà dell’arma dei Carabinieri, la comunità domenicana vive ancora all’interno del monastero di San Domenico, che ospita inoltre una Facoltà di Teologia e Filosofia.

Su richiesta è possibile visitare l'antica sede dell’Inquisizione cittadina e la cella di San Domenico, accompagnati dai frati domenicani.