Piazza Verdi

Piazza, Bologna

Piazza Verdi


Raggiungibile in pochi minuti a piedi dalle Due Torri, Piazza Verdi è il fulcro della vita universitaria bolognese e il luogo di ritrovo serale per tantissimi studenti. La piazza è attraversata da via Zamboni, che dal 1803 ospita la sede dell’Università di Bologna, e prende il nome dall’omonimo teatro affacciato su uno dei suoi lati.

A Piazza Verdi sono legati alcuni fatti storici molto importanti per la città di Bologna: proprio qui infatti avvennero i violenti scontri del 1977 tra le forze dell'ordine e il movimento studentesco, in un’epoca animata da un grande fermento politico nel mondo universitario bolognese. Fu durante questi scontri che morì lo studente Francesco Lorusso, appartenente al gruppo Lotta Continua, ucciso dalla polizia l’11 marzo 1977 in Via Mascarella.

Cosa vedere in Piazza Verdi

Sul lato sinistro della piazza, con le torri alle spalle, si trova il Teatro Comunale Giuseppe Verdi dove tutt’oggi si può assistere a spettacoli d’opera, concerti e balletti. Il teatro venne inaugurato nel 1763 per volere del senato bolognese e del cardinale Lambertini, su progetto dell’architetto Antonio Galli Bibiena. Il precedente teatro cittadino era infatti andato distrutto in un incendio, e nacque così l’esigenza di edificarne uno nuovo.

L'area retrostante ospita oggi la collina del Giardino del Guasto, costruito sul luogo in cui vennero accumulati i detriti derivanti dalla demolizione di palazzo Bentivoglio. I Bentivoglio - signori di Bologna tra il XV e il XVI secolo - avevano costruito la propria residenza in corrispondenza dell’attuale teatro, ma le loro proprietà si estendevano a tutta la piazza, dove avevano collocato anche le proprie stalle (proprio all’interno del locale oggi chiamato non a caso “le Scuderie”).

Nel 1507, dopo la loro cacciata dalla città, il palazzo venne completamente raso al suolo dal popolo bolognese, desideroso di cancellare la memoria dei regnanti. Le macerie di palazzo Bentivoglio rimasero in quel luogo per più di un secolo prima che si avviassero i lavori di costruzione del teatro, come monito per ricordare il trattamento riservato a chi si fosse opposto al popolo bolognese.

I Bentivoglio disponevano anche di una cappella privata con accesso diretto alla loro residenza. Si tratta dell’Oratorio di Santa Cecilia, una splendida cappella decorata dai più importanti pittori dell’epoca quali Francesco Francia e Lorenzo Costa, collegata alla piazza dal porticato quattrocentesco che corre lungo il fianco della chiesa di San Giacomo Maggiore.