Porta degli Angeli

Monumento, Ferrara

Porta degli Angeli


Porta degli Angeli sorge al termine di corso Ercole I d'Este, un tempo una delle vie principali dell’Addizione Erculea di Ferrara. Con questa espressione si definisce l’ampliamento della città voluto nel Quattrocento dal duca Ercole I, allo scopo di ampliare l'antico centro urbano medievale e ricreare il modello della città ideale. L’ambizioso progetto non fu però del tutto portato a termine a causa di una previsione errata sullo sviluppo demografico della città

Edificata a scopo militare, Porta degli Angeli rappresentava un punto di avvistamento e faceva parte delle mura difensive di Ferrara, ancora oggi ben conservate e riconvertite ampi viali alberati, ideali per le passeggiate e lo sport dei ferraresi. Al suo interno si trovavano locali per le guardie, mentre per accedervi veniva utilizzato un ponte ligneo fortificato che permetteva di superare un avvallamento.

Oltre al suo ruolo difensivo, la porta veniva utilizzata anche come entrata trionfale verso il centro della città: Corso Ercole I d'Este porta infatti proprio davanti al Castello Estense, principale dimora della casata degli Estensi a partire dal Rinascimento.

Dal lato opposto della porta si apre invece il parco pubblico Giorgio Bassani, dedicato al celebre autore de “Il Giardino dei Finzi-Contini” che visse a Ferrara e che qui fu sepolto all'interno del Cimitero Ebraico.

Porta degli Angeli e la fine degli Estensi

La storia di Porta degli Angeli si intreccia anche con le battute finali del dominio estense a Ferrara. A causa di un cavillo, il matrimonio dei nonni di Cesare d’Este non venne riconosciuto dal Papa, rendendo Cesare stesso un erede illegittimo. Nonostante le iniziali rimostranze verso tale decisione del pontefice Cesare dovette infine cedere, e nel 1598 abbandonò la città attraversando proprio Porta degli Angeli.

La cacciata degli Este da Ferrara segnò l’inizio del dominio papale sulla città, simboleggiato anche dalla chiusura della porta dopo il passaggio di Cesare, che di fatto sanciva che gli Estensi non sarebbero mai più rientrati in città.

Il Papa ritornò così in possesso del feudo che secoli prima aveva concesso ai suoi antenati, ponendo l’unica condizione che fosse sempre stato presente un erede maschio. La famiglia degli Este si recò invece a Modena, e la elesse a nuova capitale del Ducato Estense; il controllo estense su Modena e Reggio Emilia sarebbe rimasto attivo fino all'Unità d'Italia.